R’ strummele era una trottola in legno che veniva fatta girare tirando con forza un filo avvolto intorno ad essa.
Suoi elementi caratteristici erano la “pappa” cioè la parte superiore, tondeggiante, e la “freccia”, ossia la punta di metallo che si trovava nella parte inferiore, che faceva perno sul terreno e permetteva allo strùmmele di girare.
Il gioco consisteva nell’attorcigliare uno spago intorno allo strùmmele e lanciarlo di un paio di metri in avanti tirando con forza lo spago. Svolgendosi velocemente, lo spago imprimeva allo strùmmele un movimento rotatorio che consentiva all’oggetto, una volta caduto a terra, di tenere l’equilibrio girando velocemente sulla “freccia”.
Erano stati elaborati, tuttavia, strutture di gioco più complesse che permettevano a più persone di confrontarsi nel lancio dello strùmmele. In particolare a Largo di Corte si usava allestire delle vere e proprie arene in cui i ragazzi – ma anche gli adulti – si cimentavano nel gioco. Si tracciava sul terreno un cerchio e si tirava a sorte tra i partecipanti al gioco: chi aveva la sfortuna di essere sorteggiato, doveva porre il proprio strùmmele al centro del cerchio.
Gli altri concorrenti lanciavano a loro volta i loro strùmmele tentando di centrare lo strùmmele al centro del cerchio e di conficcare in esso la “freccia” per spaccarlo.
Vinceva chi riusciva a centrare lo strùmmele-bersaglio posizionato al centro del cerchio.
Alcuni appassionati del gioco, per il timore di venire sorteggiati e di vedersi lo strùmmele spaccato da qualche freccia avversaria, lo corazzavano con una lamina di stagno che veniva posta sulla pappa (anche inchiodata) e che serviva – appunto – per evitare che le frecce degli altri strùmmele potessero conficcarsi.
IN SICILIANO ‘A “STRUMULA”