Sebbrètta e vìne cuótte

Neve
Una volta la prima nevicata dell’anno era l’occasione per gustare la sebbrètta. Si raccoglieva della neve pulita, la si metteva in un piatto e vi si faceva colare sopra un filo di vìne cuótte

Le vìne cuótte (il vino cotto) aveva una consistenza densa ed un sapore dolce, anche se a volte un po’ acre. Era sciroppo di mosto.
Si preparava in tempo di vendemmia, facendo bollire il mosto ed imbottigliandolo per conservarlo per la stagione fredda.

La sebbrètta (il sorbetto) era la delizia dei bambini che così avevano un motivo in più per aspettare, con impazienza, la prima neve.

 

La prima nevicata

Nevicata a San Lorenzo
Ieri la neve è scesa su San Lorenzo Maggiore offrendo uno spettacolo a cui non siamo più abituati. Pubblichiamo delle foto del paese e della zona durante e dopo la nevicata

 

Le uìnnere

Base in pietra di uno uìnnere
Abbiamo fotografato una sfera di pietra leggermente schiacciata ai poli, con un buco sulla parte superiore. Non riuscivamo a capire quale potesse essere stato il suo uso
Arcolaio

Poi abbiamo chiesto in giro fino a quando non abbiamo scoperto che si tratta della base in pietra di uno uìnnere (in italiano arcolaio) in cui era infilato il bastone di ferro su cui girava una intelaiatura di legno. Intorno alla intelaiatura era sistemata una matassa di lana (o altro materiale costituito da un lungo filo) per poterne ricavare gomitoli.

Base di un arcolaio

Tirando il filo, l’intelaiatura di legno girava intorno al bastone di ferro infilato nella base in pietra.

A destra è rappresentata schematicamente la struttura di un arcolaio del tipo considerato.

Le dimensioni della pietra riportata a sinistra sono approssimativamente 18 cm di circonferenza e 11,5 cm di altezza.

 

2 novembre: com’era una volta

Candela
Negli ultimi anni la festa di Tutti i Santi e dei Morti viene anticipata da Halloween, una sorta di carnevale in cui si indossano maschere tetre ed orripilanti, importato da oltre oceano

Decenni or sono, i riti che caratterizzavano le celebrazioni delle due ricorrenze erano diversi.

La novena dei morti cadenzava i giorni che mancavano al 2 novembre. La recita della novena avveniva di mattina presto, all’alba.

Di sera, poi, appena faceva buio, un signore andava in giro per le strade del paese portando con sé un campanello che faceva suonare ogni quattro o cinque passi. Quando le persone nelle proprie abitazioni udivano il suono del campanello, si facevano il segno della croce, avvertendo una indistinta paura – quasi si trattasse di un oscuro presagio – e recitavano una preghiera per i morti, provando un profondo sentimento di pietà per i defunti.

I bambini andavano in giro per le case chiedendo un’offerta (che consisteva, di solito, in fichi secchi, castagne o fave secche) pronunciando questa frase:

“Dàteme ne ceciuòtte, pe l’ànema de le muòrte”

I ragazzi, per creare un’atmosfera più suggestiva, si procuravano zucche non più buone per essere mangiate e le svuotavano. Vi intagliavano un volto con occhi, naso a forma di triangolo e bocca con grossi denti ben distanziati uno dall’altro ed accendevano una candela sotto ognuna di esse. Le lasciavano sulle finestre per tutta la notte. Il volto spettrale che avevano intagliato restava, così, visibile nel buio mentre la fiammella della candela accesa, all’interno, tremolava sinistramente ad ogni sbuffo di vento.

Per la Festa dei Morti si portavano candele al cimitero e si piantava la mertélla (forse piante di mirtillo) intorno alle sepolture. All’epoca non c’era la corrente elettrica così veniva acceso un cero magari utilizzando e mettendo assieme vecchi residui di cera trovati sulla tomba.

Il cimitero di San Lorenzo Maggiore si trovava dove ora sorge il centro polifunzionale (ex-macello). Per raggiungere il cimitero si scendeva per via Santa Maria e si attraversava un ponte che si trovava pressappoco davanti all’attuale municipio.

Alle ore 3 antimeridiane (prima dell’alba) del 2 novembre, ci si trovava nella chiesa di San Rocco dove celebrava le funzioni religiose don Peppe Lancia.

La chiesa di San Rocco si trova a circa 100 metri da piazza Antinora, salendo per via Capo (ora via Biondi). Veniva chiamata anche chiesa del Carmine perché lì si riuniva la Congregazione del Carmine e lì era conservata la Madonna del Carmine. Per inciso, nella chiesa di san Rocco era conservata anche la statua di San Stanislao ma non fu mai portata in processione a causa del suo rilevante peso (era costituita dalla statua del santo in piedi su una nuvola).

Nella chiesa di San Rocco veniva allestita una cascetellàna (“castellana”), costituita da una intelaiatura di legno a forma di parallelepipedo (grande più o meno come una bara), ricoperta da un drappo nero sul quale veniva posato un crocifisso di legno nero, di quelli che si reggono verticalmente.

Diverse persone si avvicendavano per intonare canti dedicati ai morti.

Le notizie che abbiamo fornito corrispondono ai ricordi di chi allora era adolescente per questo possono presentare delle inesattezze.

 

Forum della Gioventù: le iscrizioni si chiudono il 31 ottobre 2007

Faccio presente a tutti gli interessati che sarà possibile iscriversi al Forum della Gioventù solo fino al 31 ottobre – come indicato in avvisi pubblici. Sembra che il modulo, disponibile presso gli uffici comunali, debba essere consegnato di persona. Consiglio a coloro che si trovano lontano da San Lorenzo Maggiore e che vogliono iscriversi, di chiamare qualche responsabile comunale.
E’ possibile scaricare un facsimile del modulo cliccando qui. Potrebbe essere utile a chi volesse provare ad inviare la richiesta via fax, magari con una copia della carta d’identità. Se qualcuno riesce ad avere qualche informazione utile dagli uffici comunali, prego di lasciare un commento.

 

Il mortaio

Mortaio
Una volta non c’era il sale fino: si comprava il sale grosso e poi in casa si pestava nel mortaio per sminuzzarlo. Abbiamo fotografato un mortaio (in dialetto mertàle) ancora in ottime condizioni
Mortaio

All’interno vi è il pestello in legno (in dialetto le pesatùre).

Durante la guerra per procurarsi il sale bisognava ricorrere alla borsa nera e spesso non era neppure pulito ma era frammisto a residui di terra e pietre. Per questo lo si lavava e lo si faceva asciugare prima di pestarlo.

Le dimensioni del mortaio sono 18 cm di circonferenza (23 cm se misurata includendo le protuberanze di pietra) e 11,5 cm di altezza.

 

19 ottobre: è arrivata la “vòria de Sàn Pascàsie”

Nuvole
Quest’anno il primo vento freddo è arrivato puntuale. E’ la voria de Sàn Pascàsie che proviene da nord e fa abbassare le temperature fino alla breve estate di San Martino

La vòria de Sàn Pascàsie arriva prima della terza domenica di ottobre, giorno in cui a Guardia Sanframondi si teneva la fèria de San Pascàsie.

I contadini, gli allevatori e gli artigiani della zona si ritrovavano per acquistare e vendere ciò che poteva essere utile per l’imminente inverno. Si vendevano castagne, maiali, tacchini (pìnte), asini, cavalli, capre, pecore, conigli (cùcce), galline, baccalà, peperoni da mettere sott’aceto, maglie e calze di lana, scarpe per contadini.

C’erano anche venditori che andavano in giro con una canna portata verticalmente dalla quale pendevano lunghe stringhe di cuoio (le curiùle) ricavate da pelli di cane. Per la particolare caratteristica di resistere alla trazione, esse venivano utilizzate come lacci per le scarpe dopo essere state trattate col grasso.

 

Giovani in fermento, si lavora per dar vita al Forum comunale

Da qualche tempo la società giovanile di San Lorenzo Maggiore è in fermento. A dimostrarlo è l’impegno di un gruppo di giovani che stanno intensamente lavorando per dar vita ad un Forum Giovanile Comunale. Il loro obiettivo è creare un luogo privilegiato di dibattito democratico ove raccogliere sollecitazioni e proposte, su tutto ciò che può riguardare la condizione giovanile laurentina.
La necessità di una tale organizzazione è stata fatta presente agli amministratori due mesi fa, quando il gruppo ha presentato una richiesta formale, con allegato uno statuto (numero protocollo 2378) necessario all’istituzione del Forum.
Secondo i promotori: «Il Forum è un organo necessario a contrastare la situazione di degrado che i giovani di San Lorenzo Maggiore vivono. Nel nostro paese mancano luoghi di aggregazione. I giovani laurentini non hanno la possibilità di incontrarsi, socializzare, prendere coscienza dei problemi reali della società e di ciò che li circonda.
Un’amministrazione che ritenga importante e fondamentale il confronto, non può far altro che istituzionalizzare un luogo specifico in cui i giovani possano avere la parola sui problemi riguardanti il Comune. E soprattutto non può non apprezzare lo sforzo che il nostro gruppo di giovani caparbiamente sta portando avanti, con non poche difficoltà. Bisogna, inoltre, colmare il gap che purtroppo ci distacca dagli altri comuni del Sannio che si sono già attivamente impegnati su questo fronte. Siamo comunque lieti che finalmente, dopo una serie di riunioni volte ad instaurare un confronto costruttivo, il 20 settembre 2007, come promesso dal Sindaco Dott. Angelo Fasulo, questo progetto si concretizzerà.
Invitiamo tutti a partecipare a questo importante appuntamento, che segnerà una svolta nelle politiche giovanili del nostro amato paese».

 

La pepatèlla

Pepatella
Quando non vi era la possibilità di acquistare un ciucciotto da mettere tra le labbra di un bimbo per farlo stare buono e zitto, si usava preparare quella che a San Lorenzo Maggiore veniva chiamata la pepatèlla
Era costituita da un cucchiaino di zucchero raccolto in un pezzo di stoffa di forma quadrata che veniva chiuso accostando i quattro angoli. Formava come un sacchettino. La parte contenente lo zucchero, veniva messa nella boccuccia del bimbo in modo che incominciasse a succhiare.
Se ne trova una traccia nell’episodio “Adelina”, interpretato da Sofia Loren, Marcello Mastroianni e Aldo Giuffré, del film Ieri, oggi, domani nella scena in cui Adelina (Sofia Loren) e Pasquale (Aldo Giuffré) si trovano ad accudire da soli, in casa, lo stuolo di figli di lei.
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Polis Agrorum ha anche il sito

Da questo mese l’associazione Polis Agrorum ha anche il sito internet. Cliccando www.polisagrorum.com vi troverete catapultati direttamente nell’universo di questa associazione.
Potrete scoprire tutte le novità, le attività e i corsi di cui l’ente si occupa. Inoltre, troverete un’apposita sezione con gli ultimi avvenimenti e le curiosità. Insomma un sito tutto da visitare. Per coloro che vogliono saperne di più, è possibile inviare una e-mail all’indirizzo info@polisagrorum.com saranno lieti di darvi tutte le informazioni necessarie.